Ruba lo zafferano ai milanesi e lo esporta in Calabria per trasformarlo in zafferoncino. Il protagonista della storia è Francesco Gagliardi, geologo e coltivatore quasi ventinovenne di Crucoli Torretta. Dopo la laurea in Scienze della terra alla Statale di Milano, collabora con quattro dottori in agraria e progetta l’idea del furto. La città della Madunina è incapace di perdonarlo, ma il ragazzo torna in Calabria carico di bulbi e di intraprendenza. Ad aspettarlo, l’azienda agricola gestita dal padre, ribattezzato dai compaesani Zu Petrinu, che già produce olio e vino. La coltivazione dello zafferano è tanto costosa quanto complessa. Molto dipende dalle dimensioni dei bulbi e dal controllo della temperatura. La pazienza è già di casa Gagliardi. L’intero processo comincia a fine agosto, con i bulbi piantati nel terreno e termina quasi quattro mesi dopo, quando lo zafferano ha sei petali di colore viola intenso e gli stimmi essiccati. La famiglia Gagliardi ha un solo credo: coltivare in maniera sostenibile e biologica.
Solo così, la specialità milanese può essere servita sulle tavole calabresi. Francesco Gagliardi però, decide di contaminare lo zafferano con il peperoncino della sua terra, macinato a pietra ed essiccato al naturale. Nasce così lo zafferoncino, brand vendibile online e nuovo piatto piccante di una cucina calabrese grassa e ammirata dal New York Times. Nel gennaio del 2017 infatti, la giornalista Danielle Pergament, vincitrice anche del Pulitzer, ha inserito la Calabria al trentasettesimo posto delle mete da visitare, su cinquantadue totali, grazie proprio ai piatti piccanti e al vino rosso.
di Francesco Cerminara
Il futuro del nostro paese e nelle mani di questi giovani imprenditori e con questo spirito con questa determinazione l’Italia sarà sempre il bel paese invidiato da tutto il mondo
Ringrazio Marco e Francesco per le indicazioni che andranno ad allungare una lista di noti e meno noti che vorrei (ri)visitare, ogni tanto, però, sento il richiamo della pizza e abbandono la via dello zafferano. Sono mancino, ho in serbo altri colpi